Oggi la Mindfulness è molto diffusa in Occidente, ma spesso è poco compresa.
Talvolta il concetto viene banalizzato e ridotto a una tecnica per gestire lo stress o altre problematiche, o addirittura se ne parla come di una tecnica di rilassamento (cosa che non è) – mentre la mindfulness è molto di più, è un modo d’essere e di comprendere la propria natura personale e relazionale. Citando Jon Kabat Zinn, la mindfulness è “la consapevolezza che emerge quando prestiamo attenzione, in modo intenzionale e non giudicante, al dispiegarsi dell’esperienza momento per momento”. Questa celebre citazione contiene gli elementi chiave di intenzionalità, orientamento al momento presente e accettazione.
La mindfulness prevede sia pratiche formali di meditazione, sia la pratica informale del mantenere un atteggiamento mindful nelle attività quotidiane.
Riguardo alla pratica formale, si può fare una distinzione più teorica che pratica tra mindfulness del respiro, mindfulness del corpo (body scan) e mindfulness degli stati della mente. Tipicamente vengono incluse nei percorsi formativi anche delle pratiche basate sulla compassione, come la meditazione di gentilezza amorevole.
Questa disciplina ha le sue radici nell’antica tradizione buddista, ma non è una pratica religiosa – infatti molta parte dell’insegnamento del Buddha è di carattere filosofico e psicologico, con un taglio pragmatico.
Quella che oggi chiamiamo mindfulness arriva in Occidente solo a fine Ottocento, diffondendosi lentamente nel corso del Novecento grazie a dei monaci buddisti. Peraltro, delle forme di meditazione esistevano già nella tradizione cristiana, ma erano poco diffuse e molto connotate in senso religioso.
Sarà Jon Kabat-Zinn, docente americano di biologia molecolare, a creare alla fine degli anni ’70 un training in 8 settimane, completamente laico e di stampo scientifico, che potesse rendere accessibili e fruibili agli occidentali i benefici della mindfulness orientale.
Questo training, noto come MBSR o programma di riduzione dello stress basato sulla mindfulness, è stato poi diffuso in ambito sanitario e usato in centinaia di ricerche. Questi studi hanno appurato la relazione tra pratica mindfulness ed effetti sulla salute fisica e psicologica.
Accanto all’MBSR, ricordiamo anche il metodo MOM (Meditazione Orientata alla Mindfulness) creato da Franco Fabbro e oggi portato avanti dal team di ricerca del prof. Crescentini.
Entrambi i programmi incorporano degli spazi di educazione sul funzionamento della mente, oltre alle pratiche mindfulness formali.
Nel tempo sono stati sviluppati diversi interventi clinici e terapeutici basati sulla mindfulness, i cosiddetti MBIs, per una varietà di disturbi. Inoltre, diverse psicoterapie (come l’ACT e la CFT) incorporano oggi la mindfulness sia come atteggiamento che come pratica.